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ROMA ANTICA

Le case possono essere divise in tre tipologie: Domus, Insulae e Villae. DOMUS: è la dimora di una famiglia patrizia,  su un piano unico, formata da due corpi centrali: l'Atrium (cortile aperto) e il Peristylium (giardinetto). Il primo, di forma quadrata o rettangolare, ha una grande apertura sul soffitto, detta Impluvium, che si riflette sul pavimento nel Compluvium, una vasca rettangolare che raccoglie l'acqua piovana. Attorno all'Atrium si affacciano le stanze, ognuna con una funzione: Tablinum, stanza principale utilizzata come locale di rappresentanza; Cubicula, camera da letto; Alea, ancora oggi non si conosce la sua funzione. Passando attraverso un corridoio, detto Andron, si accede alla seconda parte della domus qui c'è un giardinetto, il peristylium, circondato da portici con colonne, piante, statue e fontane. Dal giardinetto si accede agli altri locali: il Triclinium, la sala da pranzo; Cubicula, camera da letto; cucina, bagno e latrine. IN

CRETA MICENE,GRECIA

Creta: vengono costruite case con base quadrata o rettangolare ma la struttura è ancora semplice.  Al centro si trova un cortile dal quale si accede alle stanze e illumina gli ambienti. L'abitazione è costruita in modo da poter aggiungere nel tempo nuovi locali in caso di bisogno. La struttura è comune a tutti, la differenza tra i ceti sociali è visibile o dal materiale impiegato o dal numero di stanze presenti. Le case del ceto più basso hanno le fondamenta di pietra, i muri di mattoni essiccati al sole o cotti e rivestiti di argilla, il pavimento è in terra battuta, ciottoli o lastre di pietra ed il soffitto è formato o da giunchi o da canne coperte dall'intonaco. Quelle dei ceti più alti sono sempre di forma rettangolare, ma realizzate con pietre da taglio, mattoni o legno e sono con più piani. In presenza di quest'ultimi per riuscire a sostenere i soffitti ci sono colonne o pilastri quadrangolari. Le coperture sono spesso a terrazza e vi si accede con le sca

DALLE PRIME CAPANNE ALLE CIVILTA' MESOPOTAMICHE

Quando l'uomo ha iniziato a dedicarsi all'agricoltura, ha abbandonato la vita del nomade e si è insediato. Inizia così a costruire le prime capanne. Siamo nel Neolitico e la struttura della società inizia a prendere forma nascono i Clan, le tribù e i primi villaggi dove le dimore sono molto semplici: sono realizzate con il fango, e canne o tronchi intrecciati. Nell'età del rame, precisamente tra le popolazioni orientali, i villaggi si raggruppano formando delle piccole e vere città. Qui le capanne sono costruite con le pietre o, in mancanza, con mattoni di argilla essiccata al sole o in fornaci rudimentali. Con la nascita delle civiltà anche le case si modificano e non sono più un riparo ma, a seconda dell'importanza sociale del proprietario la struttura è più importante, la casa, come oggi, è in relazione alla classe sociale. In Egitto e nell'area mesopotamica Il mattone è l'elemento più usato insieme alle canne, al papiro o al legno, ma per le a

AGLI INIZI DEI TEMPI

Da quando l'uomo è comparso ha sentito il bisogno di un riparo.  In questa sezione racconto la storia delle nostre case, come si sono evolute e i tipi di arredamento. Quando sarà possibile unirò anche dei video. Anche nella preistoria gli uomini si sono avvalsi dei ripari, certo non erano le case di oggi, con tutti i comfort, ma, comunque, sempre utili per potersi riscaldare e rifugiarsi durante la notte. Poiché non hanno ancora iniziato l'attività agricola, per sopravvivere l'uomo segue gli animali e perciò conduce un'esistenza nomade. Ovviamente risulta difficoltoso avere una casa e così usa le grotte naturali, gli anfratti, delle buche o, in mancanza dei ripari provvisori realizzati con pezzi di rami, canne e qualsiasi materiale di fortuna.. Siamo intorno all' 8500 a.C. La vita dell'uomo è semplice: come armi utilizza strumenti di legno, osso e pietra. Inizialmente questi sono allo stato grezzo, ma con il trascorrere del tempo dapprima vengono

NON SPARATE SUI NARCISI

NON SPARATE SUI NARCISI Romanzo scritto da Luigi Santucci la prima edizione è uscita nel 1971 dalla Mondadori. Luigi Santucci è considerato scrittore, romanziere, poeta e commediografo. Dalla critica è considerato il principale narratore milanese della seconda metà del Novecento. Ha conseguito la maturità classica presso l'Istituto gesuita Leone XIII, e la laurea in Lettere Moderne all'Università Cattolica di Milano, la sua tesi riguardava la letteratura infantile. Con il tempo Santucci l'ha rivisitata ed infine pubblicata dapprima con il titolo "Limiti e ragioni della Letteratura infantile" ed in seguito " La Letteratura Infantile". Benedetto Croce ne fu positivamente colpito considerandolo un lavoro acuto ed accurato. Nel romanzo l'autore presenta i problemi di una città , Milano, assediata dallo smog, dalla vita frenetica e dove i ragazzi, anche se con varie attrattive, fanno fatica a trovare una loro dimensione. Il linguaggio u

I VIAGGI NEL TEMPO

Mentre visito una nuova città, passeggiando ad esempio tra le rovine di Pompei, oppure, dentro le mura di un castello o più semplicemente quando mi reco a Venezia, visto che abito a neanche 10 km, spesso mi capita di pensare alle persone che vi hanno abitato nei secoli passati e a volte mi piacerebbe avere la possibilità di andare indietro nel tempo per provare dal vivo un'esperienza simile. Mi piacerebbe veramente tanto: un giorno ti alzi e dici oggi parto per un piccolo viaggio e mi reco indietro di uno o due secoli, stando sempre nella tua città. Ma possono esistere passaggi temporali, oppure è solo fantascienza? Si è posto questa stessa domanda anche Stephen Hawking. Chi è costui? Professore di matematica presso l'Università di Cambridge, oggi direttore della ricerca del Centro di cosmologia teorica a Cambridge e autore di molti libri.  Il libro più popolare è, senza dubbio, "Breve storia del tempo", best seller internazionale, dove aiuta

STORIA DEI LIBRI: PARTE SECONDA-DAL MANOSCRITTO ALLA STAMPA

Iniziamo parlando degli strumenti di scrittura. Penne: Al tempo delle tavolette d'argilla, i segni venivano tracciati, mentre l'argilla era ancora morbida, usando una canna appuntita. Se si usavano tavolette di cera si adoperava una stilo di ferro o di osso con una punta da una parte e dall'altra una spatola utile per cancellare. Con il papiro si impiegava il " calamus ", una canna tagliata in punta in modo obliquo o diritto così da ottenere una scrittura più o meno sottile, un po' come con i pennarelli oggi. La penna d'oca è stata introdotta intorno al VI secolo. Inchiostro: la miscela originale, acqua, nerofumo e gomma, era già conosciuta dagli antichi greci ma venne perfezionata dai monaci del medioevo inserendo il minio ( ossido salino di piombo di colore rosso), da qui deriva il termine miniatura. Le miniature: in un manoscritto, sono le lettere iniziali decorate dei capitoli. Tradizionalmente erano di colore rosso con impiego del