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IL SOLE SORGE PIÙ A NORD-EST, SPOSTAMENTO DELL'ASSE TERRESTRE E ATTIVITÀ VULCANICA POTREBBERO ESSERE COLLEGATI ALL'AVVICINAMENTO DI NIBIRU?





Non so quanti di voi se ne sia accorto ma in casa ci siamo resi conto che il sole non sorge più a Est.
Mi spiego meglio, nel 2003 cambiai casa e nella nuova al mattino il sole sorgendo illuminava una lunga finestra che ho in cucina. I suoi raggi colpivano un tavolo in cristallo e così la rifrazione del raggio scandiva i colori dell'arcobaleno sul muro bianco adiacente. Mi piaceva tantissimo era uno spettacolo magnifico. Per aumentare questo gioco di colori avevo trovato delle tende molto strane, dei dischetti di alluminio che proiettavano i raggi di sole. Purtroppo oggi non godo più di questa magnificenza naturale perché il sole non fa più capolino da questa finestra; infatti ora entra da quella di una stanza posta più a nord-est.  Sono trascorsi 13 anni nel frattempo. Abbiamo provato a cercare informazioni nella rete che spiegassero questo evento e stiamo anche chiedendo in giro per vedere se qualcuno si è reso conto di tale avvenimento. Fino ad oggi solo un altro signore ha dato conferma a questo.



L'asse terrestre sembra essere fuori dal suo normale modello di oscillazione, sembra che la Terra si sia spostata leggermente sotto al suo normale allineamento sul piano di rotazione nel sistema solare e intorno al sole. Questo può essere il motivo per cui il sole sorge più nord-est e tramonta più a nord-ovest.

La tendenza dell'ultimo mese, in cui lo "spostamento" dell'asse era in una progressione vertiginosa, negli ultimi giorni sembrerebbe essersi invertita. 

nelle foto qui riprodotte, si nota quanto ho scritto sopra: la linea verde riporta le date di rilevazione degli ultimi mesi.






Da Focus:

IL CAMPO MAGNETICO SI STA SPOSTANDO? DI QUANTO?
Il campo magnetico è estremamente complesso da studiare e capire, tant’è che la sua origine non è ancora del tutto chiara: sappiamo però che da almeno due secoli sta diminuendo di intensità. E c’è di più: il Polo Nord magnetico (che non coincide con quello geografico) si muove in continuazione e, nelle ultime decadi, dal Canada si è spostato verso la Russia.

Nel 1904 il polo magnetico iniziò a spostarsi a nord-est a un ritmo di circa 15 chilometri all’anno. Nel 1989 si è avuta una prima accelerazione e nel 2007 una seconda, quando il polo si è mosso verso la Siberia alla velocità di 55 km all’anno. Secondo Larry Newitt, del Geological Survey canadese, verso la fine del 2040, dopo aver attraversato il mare Glaciale Artico, il polo nord magnetico spunterà in Siberia.

Secondo Newitt ciò potrebbe voler dire che il campo magnetico è vicino ad un’inversione: il nord magnetico potrebbe spostarsi sempre più verso sud fino a raggiungere la regione del Polo Sud. E così, un giorno, svegliandoci al mattino, potremmo scoprire che la bussola non indica più il Polo Nord, ma il Sud. Vale la pena chiarire una volta per tutte che non sarà la Terra a capovolgersi, ma solo il suo campo magnetico.


Secondo le analisi di satelliti dell'agenzia spaziale europea il campo magnetico terrestre non è uniforme: le aree blu dove l'intensità è inferiore alla media, quelle rosse dove è superiore. | ESA

È LA PRIMA VOLTA? No, è già avvenuto decine di volte. Lo si è scoperto studiando le lave ricche di ferro, i cui minerali ferrosi rimangono in qualche modo “congelati” nelle rocce con impressa la direzione del campo magnetico nel momento del loro raffreddamento. L’inversione sembra rispettare cicli di 600-700.000 anni. Ma le medie, si sa, vanno prese per quel che sono: ci sono anche stati periodi di 40 milioni di anni senza alcuna inversione, mentre in alcuni casi il periodo tra un’inversione e l’altra è stato solo qualche secolo.


LE INVERSIONI AVVENGONO VELOCEMENTE? In termini geologici, sì: è quello che è successo circa 41.000 anni fa, quando il campo magnetico impiegò non più di 450 anni per spostarsi dal Polo Nord al Polo Sud e tornare poi alla posizione di partenza, che è poi quella di oggi.

Questa scoperta ha molto sorpreso i geofisici, perché si pensava che le inversioni richiedessero migliaia di anni per avvenire, mentre può non essere così. Il segreto di quella doppia inversione veloce è rimasto impresso nei sedimenti ricchi di ferro del Mar Nero, scoperto da Morbert Nowaczyk del Centro Ricerche Tedesco per le Geoscienze (GFZ).

SUCCEDE ADESSO? Non c'è un modello di previsione, e non tutti i ricercatori sono concordi nel sostenere che siamo vicini a un’inversione.Secondo Dennis Kentpaleomagnetista alla Rutgers University (New Jersey, Usa), il campo magnetico terrestre è ancora così potente, nonostante l'indebolimento, che l'ipotesi di un'inversione è ancora molto lontana. Insomma, non c’è da preoccuparsi

MA SE DOVESSE SUCCEDERE? CHE NE SARÀ DI NOI? Per quel che ne sappiamo, non ci sono fenomeni evidenti correlati alle inversioni magnetiche del passato, con qualche eccezione per quella di 41.000 anni fa, concomitante con cambiamenti climatici importanti (non è però chiara la correlazione tra i due eventi) e una riduzione dell'intesità del campo del 5% circa rispetto all'attuale, situazione che potrebbe avere avuto ricadute su molte specie viventi.

Se la coppia di fattori, inversione e ulteriore riduzione, dovesse ripetersi oggi, il pianeta sarebbe maggiormente esposto ai raggi cosmici e al vento solare: gli studi suggeriscono che non sempre un'inversione è stata accompagnata da una riduzione significativa, ma in ogni caso abbiamo i mezzi per proteggerci.

Chi ne subirebbe invece di più le conseguenze sarebbero altre specie viventi, meno attrezzate, e in particolare quelle che usano il campo magnetico per i loro spostamenti e le migrazioni, dagli uccelli alle tartarughe marine.

QUALI SONO LE CAUSE DELL’INVERSIONE? Le ipotesi sono tante, ma nessuna davvero esauriente. La più credibile è quella che vuole che i grandi movimenti di ferro nel nucleo esterno liquido possano creare qua e là degli indebolimenti del campo magnetico principale e, se diventano importanti, possono prendere il sopravvento e causare l’inversione. Ma la verità è che nessuno è per davvero in grado di "leggere" e interpretare quello che succede a quelle profondità della Terra: le cause della periodica inversione del campo magnetico rimane uno dei grandi misteri della geologia.


Cambiamento di direzione estremamente rapido durante Matuyama-Brunhes geomagnetico l'inversione di polarità (fonte: Geophysical Journal Internationale)



Riportiamo un'indagine paleomagnetico dell'ultimo completa inversione di campo magnetico terrestre, la Matuyama-Brunhes (MB) di transizione, come conservato in una sequenza continua di sedimenti lacustri esposti dell'Appennino del Centro Italia. Il record paleomagnetico fornisce la prova più diretta per il tempo del comportamento del campo di transizione ancora ottenuto per la transizione MB. 40 Ar / 39 Ar datazione degli strati Tephra bracketing la transizione MB fornisce vincoli età ad alta precisione e indica un tasso di accumulo di sedimenti media di circa 0,2 millimetri yr-1 durante la transizione. Due palaeointensity relativa (RPI) Minimi sono presenti nella transizione MB. Durante il capolinea del minimo RPI superiore, un cambio di direzione di circa 180 ° si è verificato ad un ritmo estremamente veloce, che si stima essere inferiore a 2 ° anno, senza pali intermedi virtuali geomagnetici (VGPs) documentati durante il transito da sud a emisfero nord. Così, l'ingresso nel Brunhes Normal Chron rappresentato dalle direzioni paleomagnetici e VGPs sviluppati in un intervallo di tempo paragonabile alla durata di una vita umana media, che è un ordine di grandezza più rapida di quanto suggerito dai modelli attuali. L'indagine riportata fornisce quindi ad alta risoluzione integrata dei dati paleomagnetici e radioisotopiche che documentano i piccoli dettagli dell'anatomia e il tempo della transizione MB in Italia centrale che a loro volta sono cruciali per una migliore comprensione del campo magnetico terrestre, e per lo sviluppo di più modelli sofisticati che sono in grado di descrivere la sua struttura e il comportamento globale.


Come cambia il campo magnetico della Terra (fonte: FOCUS)














VARIAZIONE DI INTENSITÀ DEL CAMPO MAGNETICO DELLA TERRA DAL 1999 AL 2016: IN BLU LE ZONE DOVE È PIÙ DEBOLE, IN ROSSO QUELLE DOV'È PIÙ INTENSO. IL CAMPO SI È INDEBOLITO DI CIRCA IL 3,5% ALLE ALTE LATITUDINI, SOPRA IL NORD AMERICA, MENTRE SI È RAFFORZATO DEL 2% CIRCA SOPRA L'ASIA. LA REGIONE DOVE IL CAMPO È AL SUO MINIMO, LA COSIDDETTA ANOMALIA DEL SUD ATLANTICO, SI È SPOSTATA VERSO OVEST (E IL CAMPO SI È ULTERIORMENTE INDEBOLITO, DEL 2%), MENTRE IL NORD MAGNETICO SI SPOSTA VERSO EST.


I dati raccolti dai tre satelliti SWARM, dell'Esa, lanciati nel 2013, hanno permesso di completare la prima mappa dinamica del campo magnetico della Terra, che adesso mostra l'evoluzione del campo negli ultimi 15 anni (video qui sopra), con i suoi progressivi spostamenti, la velocità del fenomeno e le zone dove si rafforza e dove invece si indebolisce.
Il campo magnetico è il risultato di una serie complessa di fattori. Benché l'elemento dominante sia quello generato 3.000 km sotto i nostri piedi dai moti vorticosi del nucleo di ferro liquido del pianeta, al campo contribuiscono numerosi altri fenomeni, dal magnetismo delle rocce alle correnti oceaniche di acqua salata.

Gli studi, consolidati dai dati dei satelliti SWARM, si basano su misure dei differenti segnali magnetici dal nucleo della Terra, dal mantello, dalla crosta, dagli oceani, dalla ionosfera e dalla magnetosfera.

Nel suo insieme, il campo può essere rappresentato come una bolla che protegge la Terra - e la vita - dalle radiazioni cosmiche e dalle particelle del vento solare. Quello di una bolla attorno al pianeta è però un'immagine ideale: è più un "flusso" che si genera dal nostro pianeta e la cui forma e intensità cambiano in continuazione.
I ricercatori ritengono che, nel suo complesso, il campo sia in una fase ciclica di indebolimento, e per alcuni - come Chris Finlay (Technical University of Denmark), che ha illustrato la sua tesi al Living Planet Symposium 2016 - questo potrebbe essere il preludio a un'inversione dei poli magnetici, come si è già verificato circa 800.000 anni fa. Non esiste però un "modello" che permetta di fare previsioni: per arrivare a questo sono necessari molti altri studi sui dati satellitari.



Questo cambiamento può essere collegto al famoso nono pianeta chiamato Nibiru o Hercolubus?

Sta di fatto che attualmente ci sono molti vulcani che stanno eruttando, sembra siano 28, ultimamente:

Vulcani attivi nel mondo: Periodo 22 Giugno – 28 Giugno 2016

Nel periodo osservato, 5 vulcani hanno iniziato una nuova attività vulcanica, mentre quella tuttora in corso è stata rilevata per 15 vulcani.
La presente relazione fa riferimento ai vulcani attivi nel mondo registrata nel periodo 22 Giugno – 28 Giugno 2016, in base ai criteri Smithsonian/Usgs.
Quello descritto, non è un elenco completo di tutti i vulcani in eruzione sulla Terra durante il periodo in questione, mapiuttosto una sintesi di attività vulcanica che soddisfa i criteri illustrati in dettaglio nel paragrafo “Criteri e Dichiarazioni di non Responsabilità”. Attentamente monitorati i report sui vari vulcani vengono pubblicati mensilmente nel Bollettino Vulcanismo Rete Globale.

Nuova attività – in subbuglio:
Bulusan, Luzon (Philippines)
Kanlaon, Philippines
Pacaya, Guatemala
Santa Maria, Guatemala
Turrialba, Costa Rica

Attività in corso:
Alaid, Kuril Islands (Russia)
Chirpoi, Kuril Islands (Russia)
Colima, Mexico
Dukono, Halmahera (Indonesia)
Fuego, Guatemala
Grimsvotn, Iceland
Kilauea, Hawaiian Islands (USA)
Klyuchevskoy, Central Kamchatka (Russia)
Nevado del Ruiz, Colombia
Poas, Costa Rica
Reventador, Ecuador
Sheveluch, Central Kamchatka (Russia)
Sinabung, Indonesia
Tenger Caldera, Eastern Java (Indonesia)
Yasur, Vanuatu
vulcano
Il Report di attività vulcanica settimanale è un progetto di collaborazione tra la Global Program Vulcanismo dello Smithsonian e Volcano Geological Survey degli Stati Uniti programma pericoli. Viene aggiornato alle 23:00 UTC di ogni Mercoledì. Gli avvisi di attività vulcanica pubblicati su queste pagine sono preliminari, quindi soggetti a modifiche come eventi e vengono studiati in modo più dettagliato.
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Al momento il periodo preso in esame 22 aprile – 28 aprile 2015, risulta il periodo con un maggior numero di eruzioni
vulcaniche da quando abbiamo iniziato questa rubrica, e cioè dal 22 maggio 2013, con ben 31 eruzioni.

Periodo 22.04.2015 – 28.04.2015 – 31 eruzioni
Periodo 18.11.2015 – 24.11.2015 – 30 eruzioni
Periodo 30.03.2016 – 05.04.2016 – 28 eruzioni
Periodo 23.03.2016 – 29.03.2016 – 26 eruzioni



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