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LE VIE DEL FEMMININO: LE GRANDI INIZIATE

Con l'avvento del Cristianesimo le antiche religioni e credenze si sono perse nella nostra memoria. Ma nei tempi remoti esistevano le Dee. Popolazioni, come i Sumeri o gli antichi egizi avevano nel loro pantheon non solo figure maschili ma anche femminili che ricoprivano un importante ruolo.

Ad un certo punto, però, la parte femminile dell'essere umano ha iniziato ad essere visto e vissuto come lato negativo al punto che la Dea Madre del genere umano da creatrice è passata a divoratrice perdendo, quindi, il ruolo che aveva sempre avuto, rinnovatrice della vita.

Come abbiamo visto nell'era preistorica c'era una Madre e si viveva in un tempo di pace ed armonia con il mondo; era l'età dell'oro, l'Eden, per alcuni, l'età dell'armonia  e della virtù, nel satva-yuga vedico. Poi, qualcosa fece mutare e ruppe l'armonia e l'equilibrio dando inizio ad un tempo di lotte, violenza e dolore. Di quei tempi cosa ricordiamo, cosa abbiamo perso, cosa possiamo ritrovare per riportare pace e soluzione  ai problemi che oggi affliggono il mondo? Riprendendo l'antica via è possibile riportare un ordine in questo caos? 
Claudio Naranjo, psichiatra, psicoterapeuta e antropologo cileno, nella sua analisi dello stato della civiltà occidentale dichiara che man mano la società, soprattutto quella Occidentale si è sempre più lasciata avviluppare da quegli stessi dogmi che il cristianesimo poneva come incipit da non seguire ma che, poi, coloro che detenevano lo scettro, hanno finito per farli divenire solo regole per gli altri e non per se stessi. Inoltre ponendole come regole a prescindere, senza un insegnamento alla valorizzazione dell'uomo in sé, siamo finiti con il non seguire più perciò i famosi sette peccati capitali non sono altro che dei dogmi poco comprensibili ed astratti. In realtà anche nel buddismo troviamo che i sette peccati capitali del cristianesimo sono racchiusi in tre linee di massima: desiderio, aggressione ed ignoranza.

Il desiderare continuamente e sempre di più, conduce a volere e a non sentirsi mai pienamente soddisfatti di ciò che si ha. Il mondo occidentale, la cultura del capitalismo ci ha portato a vivere un continuo e pressante sentimento di iperdesiderio, ossia, di un'esaltazione del desiderio puro. Come ben diceva Schopenauer, bisogna volere di meno per soffrire di meno (volere inteso come desiderio).

L'esagerazione del desiderio causa la violenza. Se ne parla costantemente di violenza ma se ci si ostina ad iper desiderare per poter trovare appagamento si ha una sola via di uscita sfruttare il proprio simile. Colui che sfrutta compie un atto di violenza su chi subisce e, ovviamente, l'individuo che si sente sfruttato per riuscire a non subire compie in risposta un altro atto di violenza contro i suoi simili che lo sfruttano.

Questo tipo di comportamento è dovuto dall'ignoranza. Non quella che intendiamo noi, ossia la mancanza di informazione e cultura. Un altro tipo di ignoranza, quella di non saper capire e riconoscere le informazioni, la consapevolezza. L'educazione occidentale, la scuola,  è basata sull'immagazzinamento di miliardi di informazioni fine a se stesse, che conduce la persona ad imparare a stare nel luogo che gli appartiene cercando di soddisfare il suo senso di iper desiderio nel miglior modo possibile. La vera educazione invece dovrebbe insegnare agli individui la consapevolezza.



Naranjo afferma che troppo spesso si è tentati a colpevolizzare il capitalismo e la mentalità industriale. Ma queste sono realtà umane non molto vecchie, storicamente parlando, la cultura dell'aggressività dell'eterna ricerca a soddisfare i propri bisogni ha radici ben più profonde. Lo sviluppo dell'industrializzazione ed il capitalismo non hanno fatto altro che esasperare una problematica che si è venuta a formare migliaia di anni or sono, con la nascita dei grandi insediamenti vicino ai grandi fiumi: Tigri, Eufrate e Nilo.
Grazie a Bachofen, giurista ed antropologo svizzero scopritore del matriarcato, oggi si conoscono antiche civiltà che avevano le loro fondamenta nel matriarcato. E' vero, la civiltà si è sviluppata durante il patriarcato: l'alfabeto, il calendario e la scrittura sono avvenute con queste civiltà dove c'è stato il passaggio dalla sacralità della Terra, la Dea madre, alla sacralità del cielo, sacralità trascendente. Però è anche vero che proprio con l'avvento ed il consolidamento della civiltà patriarcale sono iniziate le guerre e la schiavitù.
Le culture primitive vivevano in armonia e ciò è dimostrato da reperti archeologici risalenti a civiltà antiche, minoica, cretese, della Turchia e dell'Anatolia.
Oggi la mentalità è di sfruttamento e non di cooperazione come nel neolitico quando furono le donne ad inventare la vita sedentaria, la coltivazione, i vestiti, le case, e la cura parentale.
Ma ad un certo punto la parte maschile ha sempre più preso il sopravvento anche nel nostro interiore.
La Neurofisiologia dimostra che l'uomo ha un cervello triripartito: istintivo, ereditato dai rettili; relazionale, ereditato dai mammiferi che vive il rapporto madre-figlio e sussiste la relazione dove un essere sente l'altro come un altro da sé e tratta l'altro come se stesso e il cervello umano, il cortex, quella parte che ci definisce homo sapiens, dove però la razionalità ha preso il sopravvento su tutto il resto rendendoci altamente distruttivi sia con il mondo che ci circonda sia con i nostri simili.
L'atteggiamento patriarcale è contro natura è dominanza sul mondo esterno e su quello interiore. L'educazione ne è l'esempio più lampante. Cera un detto spagnolo nelle colonie americane che diceva:"le lettere entrano con il sangue-la letera con la sangre entra" perciò insegnava che solo con la forza ed il dominio si addomestica ed, infatti, il modo educativo è sempre stato quello aggressivo dove la curiosità del bambino ed il desiderio infantile venivano scambiati per ignoranza da togliere mediante l'insegnamento del modello adulto perché solo gli adulti sanno, educazione autoritaria. Si salvano pochi metodi educativi, Montessori, Steiner, purtroppo la maggioranza è incline ad edificare un tipo di mentalità che non tiene conto della struttura tripartita cerebrale. L'educazione patriarcale, ritenuta la più valida, ha tolto la possibilità di un'educazione completa che comprende anche il cuore.
Narajo è convinto che la crisi della civiltà odierna è la crisi della civiltà patriarcale dove il maschio è dominante su ogni specie. Egli infatti denota che la supremazia maschile nella politica è espressione di una cultura patriarcale dove la violenza e il sopruso sono assai presenti. Dimostrazione di questa violenza espressa mascolina è la situazione violenta che impera su ogni angolo della terra.

E' così che ad un certo punto si è venuta a formare una democrazia fasulla che in effetti è un ideale compensatorio dell'abuso di autorità. Con la sempre più padronanza maschile la donna ha perso il suo ruolo anzi da compgna di vita è passata con l'essere malvagio vicina la demonio, al serpente. Molti sono i miti e le storie dove vedono figure femminili connesse al serpente e al diavolo. Gorgona, nel mito di Perseo, Eva, nella Genesi fonte di tutti i peccati che ha portato Adamo a mangiare la mela sotto l'influsso del serpente.
Ecco l'educazione per tanti anni ha voluto far incarnare alla donna questo ruolo. Ma Oggi anche l'Unesco afferma che è importante non imparare per imparare ma imparare per vivere e per essere, essere spontanei, distruggendo il falso senso di iper-desiderio, essere persone con il cuore.
Ad un certo punto con il passaggio da matriarcale a patriarcale la Dea Madre è divenuta terribile, divoratrice, distruttrice e l'eroe non può fare altro di opporsi a Lei, e così si sono formati gli Dei solari, luminosi che combattono l'oscurità il maligno.

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Inoltre propongo la lettura della conferenza di Udine dove ha partecipato Naranjo dal titolo:

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