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VIAGGIO NEI GRANDI VIAGGI Iª PARTE

Carte, mappe

Oggi usiamo il navigatore satellitare così in macchina, per esempio, non ci perdiamo, o almeno speriamo!

Ma non è sempre stato così. Inizialmente l'uomo nei suoi viaggi si avvaleva di strumentazioni molto meno sofisticate.

Ma proviamo ad inoltrarci in questo settore e vediamo cosa scopriamo.

Innanzitutto propongo il testo "Storia della cartografia" di Leo Bagrow


in questo libro l'autore cita il monaco bizantino Planudes Maximos che, poiché aveva rinvenuto una copia del manoscritto di Tolomeo "Geographia", celebrò l'evento componendo dei versi. 

Inoltre narra che Maometto II il Conquistatore, una volta caduta Costantinopoli, venne a conoscenza che nella biblioteca si trovava il "Geographia" ma senza la " mappa mundi" . Fu così che incaricò un filosofo per  redigere tale mappa seguendo le indicazioni riportate nell'opera.

Bagrow scrive anche una dissertazione sulla parola carta. Secondo alcuni ha origine da un termine greco che ha, come equivalente in latino, il significato di "sculpo" (io scolpisco), le mappe primordiali erano scolpite nella pietra, in effetti, ma per l'autore di questo libro, è meglio riferirsi alla parola portoghese "cartes", cioè fogli di carta. 
Gli antichi romani parlavano di "tabula", quando si riferivano alla carta geografica. 
Nel Medioevo era in voga il termine "imago mundi", mentre per le rappresentazioni in piano di tutto il mondo "mappa mundi". 
Mappa in quanto le carte geografiche erano realizzate anche su pezzi di stoffa.

I popoli primitivi furono i primi a pensare di disegnare i luoghi da loro visitati generalmente si trovano testimonianze sulla pietra, su ossa, e, anche se raramente, sulle pelli. Nelle caverne di Schafthausen sono state trovate tavolette di osso con varie linee ma non si è potuto dimostrare, sfatando qualsiasi dubbio, che fosse una mappa.

Popolazioni come gli eschimesi, gli indiani d'America ed abitanti della Siberia si avvalsero di questi disegni.

Viene narrato che quando gli spagnoli giunsero nel nuovo mondo, Cortés ricevette da Montezuma una carta della costa dove erano segnati i porti di rifugio per le imbarcazioni. Questi disegni erano realizzati su fibre di agave e su corteccia di fico. Comunque, grazie a queste mappe, l'avventuriero spagnolo poté spostarsi senza troppe difficoltà. Le indicazioni  si estendevano fino a Panama.

Purtroppo per la furia dei preti conquistatori la maggior parte di queste mappe andarono distrutte.

Gli antichi polinesiani costruirono mappe molto singolari: utilizzarono fibre di palma unite insieme da altri fili così da puntare verso molte direzioni. Alle intersezioni erano fissate delle conchiglie, che indicavano le isole. Per poter usare queste mappe bisognava conoscere il sistema delle onde, di swell, tipiche di queste parti (isole Marshall)e, conoscendole, i naviganti viaggiavano con pochi problemi tra le isole.


Gli eschimesi, invece, intagliavano bastoni disegnando le forme delle coste.


Nell'antica Mesopotamia si usava la tavoletta di argilla. Ad esempio in quella di Ga-Sur, risalente all'incirca al 2300-2500 a.C., sembra che ci  sia disegnata una zona collinosa divisa da un corso d'acqua, si pensa l'Eufrate.


Il disegno più antico in proposito risale al 6200 a.C. è in una caverna dell'Anatolia in una località del Catal-Hyuk dove sembra che sui muri ci siano raffigurate delle case (80 circa), sullo sfondo un vulcano con due bocche e i fianchi ricoperti da massi in eruzione.


Anche gli egiziani ci hanno tramandato qualcosa per esempio nel monumento di Der-el-Bahri c'è un'iscrizione affiancata da una nave. Purtroppo sono solo iscrizioni  su templi e papiri ma mai carte geografiche. Erodoto narra di un viaggio dove le navi fenice circumnavigarono l'Africa arrivando alle Colonne d'Ercole attraverso il Mar Rosso.

A Torino è conservata presso il museo Egizio una mappa schematica delle miniere d'oro della Nubia risalente, si pensa al regno di Ramsete IV°.

Omero mise in voga la concezione del mondo come un disco piatto circondato da acque, anche se i Pitagorici asserivano che la Terra era sferica. Aristotele pose al di sotto della superficie del nostro pianeta l'Ade il regno dei morti e al di sotto il regno dell'eterna oscurità, il Tartaro. 
La volta cristallina si trovava in alto nel cielo.

Compiendo un passo avanti, personaggio importante per la cartografia fu Eratostene.
A tal proposito Vi ricordo la lettura di un romanzo molto bello che parla dell'avvincente avventura per la misurazione della circonferenza della terra compiuta appunto da questo grande personaggio: "La chioma di Berenice" di Denis Guedji.

Egli suggerì che un determinato numero di linee fossero tracciate parallelamente ma non distanziate regolarmente.


 Ad aiutare i greci a stilare la carta geografica furono le conquiste di Alessandro Magno.

Con un altro salto temporale eccoci arrivati ai romani con di Petrus Bertius, che presenta  tre continenti. In effetti ad un certo punto ci si chiedeva come fosse possibile che l'intero mondo umano fosse concentrato solo in uno spazio.  Cratete di Mallo ipotizzò una soluzione proponendo altri tre continenti, divulgandola in svariate conferenze durante un soggiorno a Roma, dopo che avendo visitato la Cloaca Massima si ruppe una gamba e venne costretto ad un lungo periodo di sosta per guarire.


Nella rappresentazione  qui sopra, Bertius immagina la Terra con una forma lenticolare collegandosi a Posidonio (filosofo greco vissuto tra il 135 ed il 51 a.C.

Ed eccoci a Tolomeo dove, come nella cartina qui sotto, si nota un'esagerata estensione dell'insieme Europa-Asia


Nel medioevo sussistevano dei concetti che non incontravano favori della Chiesa e, come tutti sappiamo dal periodo scolastico, questo è un momento storico in cui le concezioni ecclesiastiche influenzarono non poco la cosmologia e non solo.

Si può dire che esistono tre gruppi nella catalogazione delle mappe di questa epoca:
-primo gruppo: mappe di tipo romano-cristiano, dette anche di tipo T-O
 qui l'Asia si trova nella parte alta, nella metà sottostante c'è l'Europa e l'Africa in mezzo si trova il  fiume Don, il Mar D'Azov, il Mar Nero, il Mar di Marmara, l'Egeo ed il Nilo (il Tanais).


-secondo gruppo tipo Cratete di Mallo, osteggiata dalla Chiesa, si ricollega al globo di Cratete. Le  zone sono suddivise e sono presenti gli antipodi, per questo la Chiesa non l'accettava. Associate a  queste mappe  ci sono quelle climatiche suddivise in sette tipi di clima.


-terzo tipo un insieme delle prime due. Sono orientate verso l'est, che si trova in alto, e la superficie  della terra è divisa come nel secondo tipo.


A Ravenna è conservata una mappa, detta Anonimo Ravennate, risalente al 650 d.C. dove la città suddetta è al centro e da qui si dipartono 24 raggi che suddivide la superficie in 12 zone diurne e 12 notturne.

Degne di nota sono le mappe islamiche di eccezionali qualità per il metodo scientifico con molti dettagli. Una figura importante fu il geografo Abdullah Ibn Idris, del 1099, padre del libro "La delizia di colui che desidera viaggiare". Si dice che egli si avvalse di numerosi collaboratori che si recarono i varie località per avere le giuste misurazioni. La carta geografica di Abdullah venne realizzata su una piastra d'argento delle dimensioni di 3,5x1,5 m.

Nel medioevo vennero realizzate anche carte nautiche e la culla di queste fu Bisanzio perché era lì che si possedeva maggiori informazioni sulle rotte marine ed i percorsi terrestri. 
Molto spesso queste carte si avvalevano della bussola magnetica.

I bacini in cui si sviluppò la navigazione furono quello dell'Oceano Indiano (dagli arabi, dagli indiani e dai cinesi) ed il Mediterraneo.

Gli arabi si basavano sull'astrolabio e conoscevano bene le stelle e l'astronomia. 
Nel Mediterraneo la navigazione si svolgeva basandosi sul metodo "a vista", ma siccome non era sufficiente, i marinai impararono anche il sistema delle direzioni dell'orizzonte. Ecco perché nelle prime carte nautiche ci sono tante rose dei venti che si intersecano tra loro.

Si può dire che è nella navigazione del Mediterraneo che nasce la cartografia nautica.

Due grandi repubbliche furono protagoniste in questo periodo Genova e Venezia.

Degna di nota è la carta di Fra Mauro, monaco camaldolese di Murano che a volte sembra quasi che fosse un cartografo per professione. 
Anche se spesso cita Tolomeo egli affermava -" io non credo a quello che dice Tolomeo".

La sua produzione è affascinante per l'accuratezza e l'estensione delle conoscenze. La descrizione del mondo è più moderna anche se Scandinavia, Africa ed Europa soffrirono  alcune imprecisioni dovute al fatto che il disegno aveva tanti particolari, troppi rispetto alla quantità di spazio disponibile, ciò procurò inevitabili distorsioni. La carta fu completata nel 1459 ed inviata in Portogallo. Purtroppo non è sopravvissuta. A noi sono giunti gli schizzi ai quali si rifece Bianco che disegnò un'altra carta che oggi è conservata presso la Biblioteca Marciana.
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