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Visualizzazione dei post da ottobre 1, 2013

DECIMA PARTE PARTE-DUE DI ASSO HIMALAYA

Lettere dall’Italia per i due in Ladakh [1st June 2009] Ormai è un mese che siamo in viaggio: freddo, caldo, fatica, mal di stomaco e cibo piccante sono ormai parte delle nostre giornate. Dormiamo ogni notte in un sacco a pelo, non importa se siamo in tenda, in una guest house, in casa di qualcuno o solo in una stalla puzzolente (ma calda!!). Ci si lava i denti con una bottiglia di acqua minerale e ci si lava il resto solo quando si trova un po’ d’acqua calda. Si lavano i calzini quando si può e si convive con la polvere come crema protettiva.  Per il cibo ci si arrangia: sogno un pezzo di pane bianco ed una bistecca al sangue, avere un bicchiere di vino e del caffè non liofilizzato rappresenta un lusso che non è concesso nemmeno alle nostre faraoniche europee finanze. Enrico si è smagrito oltre il dovuto e lo sto rimpinzando di uova sode, patate e chapati, il pane locale. Se non riprende un po’ di peso rischia di essere portato via dal vento quando

I BENANDANTI

I buoni camminatori, piccole congreghe del XVI-XVII secolo, presenti in Friuli legate ad un culto pagano-sciamanico contadino basato sulla fertilità. Queste congreghe hanno avuto il compito di proteggere i villaggi e i raccolti dei campi da interventi poco graditi operati da streghe. In Friuli fino a Verona, Vicenza, Istria e Dalmazia era presente questo culto, che proviene dalle popolazioni germaniche, slave, e ungheresi. A volte capita che un neonato nasca ancora avvolto dal sacco amniotico i cosiddetti nati con la camicia, i fortunati, i privilegiati. In questi casi, la levatrice, o la madre, raccoglievano un brandello di questo sacco che veniva benedetto ed appeso al collo del piccolo, come amuleto. Quando raggiungevano i diciotto anni i fortunati, nelle notti di quattro tempora (quattro gruppi di giorni legati alla santificazione del tempo nelle quattro stagioni nella tradizione del rito romano della Chiesa cattolica), potevano uscire dal loro corpo con lo

LA FIABA DI FRAU HOLLE DEI FRATELLI GRIMM

LA FIABA DI FRAU HOLLE E' una favola tedesca, raccontata dai fratelli Grimm, nella raccolta di fiabe del 1812 e occupa la posizione n°24.  Una signora aveva due figlie, una brutta e tanto pigra e l'altra molto bella e assai laboriosa. A quest'ultima la madre assegnava sempre tanti lavori domestici, anche quelli più faticosi. Tutti i giorni, ad una certa ora, la giovane era solita recarsi al pozzo, sedersi nei pressi e filare, fino a che le dita non le sanguinavano. Un dì, mentre era intenta a sciacquare il fuso, per errore le cadde nel pozzo. Bisogna dire che questa graziosa fanciulla non era proprio la vera figlia, era stata adottata, ma era riuscita a conquistare il cuore, abbastanza rude, della matrigna. Quando quest'ultima venne a sapere che la ragazza aveva perso il fuso la fece calare nel pozzo per recuperarlo. Una volta calata, la giovane perse i sensi. Quando si risvegliò, non si trovò in un luogo buio ed angusto, bensì in